Dedalus
- 19/10/2021 23:06:00
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È come un accumularsi dattimi senza respiro, un girare intorno ad essenze sfuggenti, un manifestare o meglio comunicare ad un ipotetico lettore un estraniarsi doloroso, un entrare nel vuoto pur narrando di sè "Vibra il silenzio/come fosse musica.../...al pensiero d’una vita taciuta/nella gioia e nel pianto". Non ha coordinate tra le mani solo frammenti in attesa di qualche remota possibilità di ricomposizione "Riaffiorano.../i primi versi.../.../come semi/ignari del divenire frutti/lì dove ignoravo ci fosse terra/o argilla o grande vuoto". Microricordi di cose avvenute, o anche no, in uno spazio temporale che dà ombre e metaforiche visioni dell’infanzia "Forse era vento e mare/forse desiderio/di cercare sempre un luogo/dove stare bene".
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